Abusi sulla nipotina di 7 anni: chiesti nove anni di carcere per lo zio

Abusi sulla nipotina di 7 anni: chiesti nove anni di carcere per lo zio

di Maria Elena Pattaro

TREVISO - Nove anni di carcere per avere abusato della nipotina di 7 anni. È la pena chiesta dal pm per un 42enne moldavo, alla sbarra per atti sessuali con minorenne. L’uomo, difeso dall’avvocato Mariano Foffani, è accusato di aver baciato e palpeggiato la bambina sulle parti intime una notte di dodici anni fa, quando la famiglia gli aveva offerto ospitalità. La vittima, oggi poco più che maggiorenne, ieri è stata sentita in aula. Ma alla Corte d’Assise ha detto di non ricordare nulla di quell’episodio, come se lo avesse completamente rimosso. I suoi genitori hanno fatto il possibile per farglielo dimenticare, come loro stessi avevano dichiarato nella precedente udienza. E avevano cercato di opporsi alla sua convocazione in aula, temendo di riaprire una ferita dolorosa.

La denuncia

La denuncia era partita proprio dalla famiglia della bambina. La piccola avrebbe confidato alla mamma gli abusi subìti dallo zio: «No, non sederti sul letto, sennò ti farà male come lo ha fatto a me». Parole che avevano fatto raggelare la mamma, che nelle scorse udienze ha ripercorso la vicenda. Suo cognato, all’epoca 31enne, faceva il corriere: recapitava pacchi dalla Moldavia all’Italia. Le due famiglie erano molto legate e i rapporti erano ottimi. Quella sera la mamma della piccola riceve una telefonata dalla sorella che le chiede di andare a prendere suo marito. È a Mestre, ha appena finito un viaggio ma ha bevuto parecchio, quindi non è il caso che si rimetta alla guida. La famiglia non ci pensa due volte: lo accoglie in casa e gli mette a disposizione il letto del figlio più piccolo, nella stessa camera della sorella. Mentre tutti dormono si sarebbe consumato l’abuso, scoperto soltanto la mattina dopo. La famiglia aveva messo subito alle strette il parente. Ma lui aveva negato gli abusi. A qualche mese di distanza la mamma aveva confidato l’accaduto alla pediatra.

Dalla visita non erano emersi segni evidenti di lesioni e la dottoressa aveva spronato la famiglia a fare denuncia. La sentenza è attesa il 4 giugno. Secondo la difesa non ci sono prove degli abusi.


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2024, 19:24
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