Patrizia Nettis, la mamma senza pace: «Non fu suicidio. Fate l'autopsia, il suo corpo può ancora parlare». E spunta una supertestimone

L'avvocato della famiglia ha presentato tre richieste di esumazione della salma, finora senza risposta

Patrizia Nettis, la mamma senza pace: «Non fu suicidio. Fate l'autopsia, il suo corpo può ancora parlare». E spunta una supertestimone

di Redazione web

«Il dubbio che possa non essersi uccisa c’è. Continuiamo a chiedere l’autopsia sul corpo di Patrizia, forse il suo corpo può continuare a parlare». Gli occhi e le lacrime di Rosanna Angelillo chiedono la verità sulla morte di sua figlia, Patrizia Nettis, la giornalista di 41 anni trovata impiccata nella sua abitazione a Fasano, nel Brindisino, dove lavorava come addetta stampa del Comune. 

«Non hanno sequestrato la casa, non hanno preso il lenzuolo e hanno anche cercato di convincerci che nostra figlia avesse anche bevuto varichina o qualcosa di simile per darsi una spinta. E non si fa un esame tossicologico?», dice Angelillo a Quarto Grado, scettica sulla pista del suicidio. «Questo ci lascia molto, molto perplessi. Per poter accettare la morte di mia figlia abbiamo bisogno di una verità e non riusciamo ancora ad accettare il lutto. È come se mia figlia morisse ogni 29 di ogni mese da quasi 10 mesi»,

La pista del suicidio non convince

Patrizia Nettis era recentemente stata assunta come addetta stampa dal Comune di Fasano, era madre di un bambino di nove anni, appassionata di sport e stava preparando un'intervista a Pippo Inzaghi.

L'avvocato della famiglia ha presentato tre richieste di esumazione della salma, finora senza risposta, e si dice pronto a presentarne una quarta. I dubbi sul suicidio sono alimentati anche dalle chat telefoniche tra la giornalista e due uomini con cui aveva avuto relazioni. 

Il politico e l'imprenditore

La morte di Patrizia potrebbe essere collegata a un intricato intreccio di relazioni e messaggi. La donna aveva gridato il giorno della sua morte: «Mi hai rovinato la vita». La sera precedente alla morte, la donna aveva avuto un confronto serrato con due uomini, con i quali aveva avuto relazioni in periodi diversi. Il confronto era avvenuto nelle vicinanze della sua abitazione, e quella stessa notte i due, che non avevano mai avuto contatti diretti, avevano scambiato ben 400 messaggi in un breve lasso di tempo. La chat, che rivela tratti di violenza verbale nei confronti di Patrizia, ha trasformato i due uomini da rivali a "soci" nella vicenda. Uno dei contendenti è il titolare di un impianto sportivo, attualmente indagato per istigazione al suicidio e atti persecutori. L'altro è un noto personaggio politico attivo nell'amministrazione cittadina, che è stato ascoltato dagli inquirenti solo all'inizio delle indagini.

La supertestimone

A far cambiare il corso delle indagini e portare gli investigatori a seguire una pista diversa da quelle del suicidio potrebbe anche esserci una supertestimone, una donna che notò il politico, sotto casa di Patrizia, la sera del confronto tra i due uomini. 


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 22:06
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