TikTok vietato negli Stati Uniti, aut aut di Biden ai cinesi: 9 mesi per cedere l’app

Il presidente ha firmato la legge dopo l’approvazione definitiva del Senato. Per evitare il bando totale, la società deve vendere le quote del Governo di Pechino

Gli Usa vietano TikTok, aut aut di Biden ai cinesi: 9 mesi per cedere l’app

di Angelo Paura

Da più di un anno Joe Biden aveva promesso che avrebbe firmato una legge per mettere al bando TikTok negli Stati Uniti, nonostante all’interno del partito democratico e della stessa amministrazione non tutti fossero concordi con il presidente. Ieri a poche ore dall’approvazione finale da parte del Senato, il presidente ha firmato il provvedimento che chiede a ByteDance di vendere tutte le quote possedute dal governo cinese della divisione del social media negli Stati Uniti. I tempi sono molto stretti: il gruppo - che negli Stati Uniti ha 170 milioni di utenti - dovrà cambiare proprietà in 9-12 mesi per evitare di essere vietato dagli store, rendendo così impossibile aggiornare l’app, facendola diventare obsoleta e difficile da usare.

I NODI DEL BANDO

Questi tempi - malgrado inizialmente si pensasse di far cominciare il divieto prima delle elezioni - permetteranno di concludere la campagna elettorale e usare TikTok per raggiungere milioni di giovani americani che ogni giorno leggono le notizie sull’app: lo stesso Biden ha aperto un profilo a febbraio per usare «ogni strumento per raggiungere gli elettori più giovani ovunque siano». Ora si attendono nove mesi di battaglie. In questo modo il colosso cinese spera di prendere tempo e capire in che modo agire senza il rischio di un bando così vicino nel tempo. Il portavoce di TikTok, Alex Haurek, ha detto che «mentre continuiamo a sfidare questo divieto incostituzionale, continueremo a investire e a innovare per garantire che TikTok rimanga uno spazio in cui gli americani di ogni ceto sociale possano tranquillamente venire a condividere le loro esperienze, trovare gioia ed essere ispirati». Anche l’amministratore delegato del social media Shou Chew ha detto che si tratta di un bando, «un bando contro voi e alla vostra voce». Altro grande problema da affrontare è Pechino, che più volte ha ripetuto di non volere disinvestire dall’app. Ieri il ministero degli esteri ha ribadito che si tratta di «un’irragionevole soppressione dell’imprese straniere», mentre quello del Commercio ha fatto sapere che ByteDance deve rispettare le leggi cinesi. Al contrario il Congresso degli Stati Uniti afferma di aver approvato la legge per difendere la sicurezza nazionale ed evitare che i dati di milioni di americani vengano gestiti da un governo straniero con cui gli Stati Uniti sono in competizione.

Già nel 2023 i vertici di TikTok erano stati convocati al Congresso per discutere del trattamento dei dati: il social media aveva negato che il governo fosse coinvolto nel controllo dell’app. Il democratico Mark Warner, a capo della Commissione intelligence del Senato, commentando l’approvazione del provvedimento martedì ha detto che le azioni di lobby portate avanti dal governo cinese sui politici americani mostrano «quanto il presidente cinese Xi Jinping abbia interesse in questo prodotto».

IL DOPPIO BINARIO DI TRUMP

In questo non va sottovalutata la posizione di Donald Trump che negli ultimi mesi ha completamente cambiato posizione sul tema. Nell’estate del 2020 quando era presidente, Trump aveva dato un ultimatum a ByteDance: avrebbe dovuto vendere il gruppo entro 45 giorni. Il provvedimento è stato bloccato da un tribunale e successivamente l’ex presidente ha perso le elezioni, dimenticando completamente la questione. Ora ha detto di non sostenere la decisione di un divieto contro TikTok, definendolo un regalo a Meta, il vero «nemico del popolo» americano. «Giusto perché tutti sappiano, soprattutto i giovani, che il disonesto Joe Biden è responsabile del divieto di TikTok», ha detto in un post sul suo social media Truth, aggiungendo: «È lui che spinge a chiuderlo… I giovani, e molti altri, devono ricordarselo il 5 novembre, giorno delle elezioni, quando voteranno!». Questo cambio di posizione sarebbe legato ai finanziamenti della sua campagna elettorale, che negli ultimi tempi ha avuto molti problemi economici: Trump infatti avrebbe cambiato idea dopo il suo incontro con Jeff Yass, super finanziatore dei repubblicani e proprietario del 15% di ByteDance negli Stati Uniti. Intanto TikTok subisce pressioni anche in Europa. Ieri ha annunciato la sospensione in Francia e in Spagna di Lite, un programma a premi sul quale l’Ue ha iniziato un'indagine con il sospetto che porti gli utenti «alla dipendenza». Il commissario Ue per il mercato interno, Thierry Breton, ha detto che l’indagine andrà avanti e che «i nostri figli non sono cavie per i social media».


Ultimo aggiornamento: Giovedì 25 Aprile 2024, 06:05
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