Giuseppe Difonzo, 36 anni di Altamura, è stato condannato dalla Corte d'Assise d'Appello di Bari a 29 anni di carcere per l'omicidio volontario della sua figlia di soli tre mesi, Emanuela. La sentenza è stata presieduta da Ornella Gozzo e segue un complesso percorso di appelli e revisioni.
La vicenda giudiziaria
La vicenda di Difonzo è stata segnata da continui ribaltamenti: in primo grado, l'uomo era stato condannato a 16 anni per omicidio preterintenzionale, ma questa sentenza è stata successivamente impugnata dalla Procura che ha sostenuto la tesi dell'omicidio volontario premeditato. Di conseguenza, la Corte d'Appello lo aveva condannato all'ergastolo, prima che la Cassazione annullasse tale sentenza nel marzo 2022, ordinando la sua scarcerazione e il rinvio del caso in Appello.
La Sindrome di Munchausen
Durante il processo, è emerso che Difonzo potrebbe soffrire della "Sindrome di Munchausen per procura", una grave condizione psichiatrica in cui l'individuo infligge danno ad altri, solitamente ai propri figli, per attirare attenzione su di sé.
La morte di Emanuela
Nella sua breve vita Emanuela, nata nell'ottobre 2015, era stata ricoverata in ospedale per 67 giorni complessivi a causa di problemi respiratori che, secondo l'accusa, erano stati aggravati da precedenti tentativi del padre di soffocarla. Stando a quanto riportano le indagini, la piccola sarebbe morta soffocata dal padre durante l'ultimo ricovero, nella notte tra il 12 e il 13 febbraio 2016.
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 13:35
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