Schermitrice stuprata, il pianto e l'abbraccio con la mamma dopo 8 ore davanti ai pm. Il legale: «Non ricorda nulla»

Al centro dell'incidente probatorio anche filmati, video e chat estrapolati dagli inquirenti dai telefoni cellulari dei giovani

Schermitrice stuprata, il pianto e l'abbraccio con la mamma dopo 8 ore davanti ai pm. Il legale: «Non ricorda nulla»

di Redazione Web

Lacrime amare, dopo una giornata che sembrava infinita. È andata via piangendo la giovane schermitrice della Federazione uzbeka dopo essere stata interrogata per quasi 8 ore al tribunale di Siena in seguito all'incidente probatorio richiesto dalla procura. La ragazza aveva denunciato di essere stata abusata da due colleghi schermitori (Emanuele Nardella, 21 anni, e Lapo Jacopo Pucci, 19) durante un ritiro a Chianciano Terme (Siena) nella notte tra il 4 e il 5 agosto. La sportiva, che all'epoca dei fatti era minorenne, oggi, durante l'udienza, ha ricostruito in aula a porte chiuse quanto accaduto nella notte dell'agosto scorso in un albergo della cittadina termale senese. 

Al centro dell'incidente probatorio anche filmati, video e chat estrapolati dagli inquirenti dai telefoni cellulari dei giovani. I due schermitori, assenti in tribunale, erano stati iscritti nel registro degli indagati con l'accusa di violenza sessuale di gruppo dalla procura di Siena che non aveva invece ravvisato gli estremi per richiedere l'applicazione di misure cautelari nei loro confronti. Ora, però, «ho elementi in più per poterlo fare», ha detto ai giornalisti fuori dall'aula l'avvocato della giovane, Luciano Guidarelli, aggiungendo che «ci saranno sviluppi e future mosse relative alle istanze da fare alla procura sulla base di quanto emerso».

«Ha rievocato il trauma subìto»

«La ragazza ha rilasciato dichiarazioni che a mio avviso hanno confermato quello che è successo quella sera, ha un vuoto di memoria che copre un arco temporale che va dall'uscita dal bar fino al momento della mattina in cui si è ritrovata nella stanza con i tre ragazzi», ha raccontato il legale riferendo che nel corso dell'incidente probatorio «ci sono stati momenti di tensione e di cedimento, era plausibile, ha rievocato il trauma subìto».

«Una volta preso atto che in questi camp circolano alcol e droghe la Federazione doveva prendere provvedimenti, anche se sono droghe leggere, non è l'ambiente sportivo il luogo giusto perché si dà una visione distorta di profili giovanili da tutelare; ci sono dichiarazioni a sommarie informazioni che confermano che giravano queste sostanze», ha poi concluso l'avvocato in riferimento al ritiro di giovani schermidori di Chianciano Terme dove si sarebbe consumata la violenza sessuale.

La vittima in lacrime abbraccia la mamma

La giovane schermitrice ha risposto per oltre 8 ore alle domande del pm titolare delle indagini Serena Menicucci, del suo legale Luciano Guidarelli, degli avvocati difensori dei due schermitori Enrico De Martino, Matteo Antonio Starace e Gian Paolo Del Sasso, davanti al gip Elena Pollini.

All'uscita dall'aula ha poi ceduto in un pianto, abbracciandosi prima con la mamma e poi con un amico che l'avevano attesa all'esterno dell'aula al terzo piano del palazzo di giustizia di Siena. Il caso, a sette mesi di distanza, era stato reso noto dall'avvocato della giovane, lamentando sia la mancata applicazione della misura cautelare nei confronti di due giovani indagati sia la mancata sospensione da parte della Federscherma.


Ultimo aggiornamento: Venerdì 5 Aprile 2024, 21:47
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