«Mi hanno licenziato perché mi sono lamentato sui social dei colleghi boomer. Ma loro la passano liscia con le loro palpatine»

L'obiettivo della rubrica di Alec è di ribaltare il tipico modo di pensare dei boomer, per cui i giovani (i Millennials e la Gen Z) sarebbero pigri e credono che tutto sia loro dovuto

«Mi hanno licenziato perché mi sono lamentato sui social dei colleghi boomer. Ma loro la passano liscia con le loro palpatine»

di Redazione Web

Sempre più spesso si usano gli account social per sfogare le proprie frustrazioni quotidiane e dare visibilità a problematiche che non potrebbero essere accolte (o "pubblicizzate") altrove, e non è una tendenza limitata ai content creator e agli influencer. 

Eppure, la crescente importanza dei social media ha interessato anche le aziende, sia a causa del vasto bacino di potenziali clienti che ospitano, sia per controllare l'identità digitale dei propri dipendenti (presenti o futuri). 

Avere un profilo pubblico, infatti, rende vulnerabili alla possibilità di essere controllati e visualizzati non solo da amici, parenti e sconosciuti, ma anche da colleghi e datori di lavoro. Lo sa bene Alec, un ragazzo che ha usato i suoi social per lamentare l'incompetenza dei colleghi e che è stato per questo licenziato per "molestie". 

Scontro generazionale

Alec stava utilizzando il proprio account TikTok per condividere le problematiche incontrate in ufficio e, in particolare, i vari modi in cui i suoi colleghi dimostravano la propria incompetenza.

In particolare, le critiche del ragazzo sono rivolte ai lavoratori "(baby) boomer", vale a dire la generazione nata tra il 1946 e il 1964, durante il boom economico.

L'obiettivo della rubrica di Alec è di ribaltare il tipico modo di pensare dei boomer, per cui i giovani (i Millennials e la Gen Z) sarebbero pigri e credono che tutto gli sia dovuto, e dimostrare che «queste etichette sono in realtà il riflesso della loro incompetenza a livello professionale».

Eppure, il suo progetto ha attirato l'attenzione della radio per cui lavora e lo staff non ha preso particolarmente bene gli aneddoti, le lamentele e le critiche di cui è stato vittima: «Beh, sono stato licenziato. Pare proprio che usare i propri account social privati, durante il proprio tempo libero, per parlare in maniera anonima di situazioni e connettersi con le persone... è considerata una molestia».

Inoltre, Alec ha fatto presente l'ingiustizia e la differenza di trattamento: «Nel frattempo, i boomer palpeggiano la gente in ufficio, fanno commenti sessisti, strillano e ti inondano di lavoro senza pagarti... e queste non sono molestie».

Diversi utenti hanno commentato con esempi di mancanze dei proprio colleghi "boomer": «Il mio capo, che fa 175mila dollari l'anno, non sa come mandarsi una foto dal telefono al computer...», «C'è un boomer che lavora con me e si porta sempre un altro dipendente dietro per fargli fare il lavoro vero e proprio. Lui non sa mai cosa deve fare, ma dato che è nell'azienda da più di 40 anni è dirigente...».


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Aprile 2024, 13:20
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