MENTALITÀ DIVERSA
E lo ha voluto ribadire anche ieri, ai canali del club. Perché Daniele sa come funziona. Ci vuole un attimo per dimenticare quello che ha fatto in questi tre mesi. Qualcosa di strabiliante come 26 punti sui 33 a disposizione (2,36 di media), 24 gol in campionato (secondo solo all’Inter), la bellezza di 8 vittorie, tra cui il derby, il fatto di aver registrato la difesa (che non subisce reti da 411 minuti, coppa e recuperi inclusi). E se non bastasse, un gruppo ritrovato e rivalutato, due turni in Europa League superati e il terzo da giocarsi, all’Olimpico, con vista sulle semifinali, partendo dal vantaggio di una rete. Eppure DDR vola basso. Roma, anche quando giocava e non allenava come adesso, più volte s’è mostrata col volto del Giano bifronte, capace prima di adularti e poi come Saturno di divorare i propri figli. E Daniele, come pochi altri, conosce bene umori e tendenze. Per questo va avanti per la sua strada che è quella di non adagiarsi su quanto fatto. Come? Semplice, puntando sempre più in alto: «Bisogna ambire a diventare come sono i giocatori della squadre che noi vorremmo affrontare. Se guardiamo il Real Madrid, vince in Champions e poi rivince in Liga, poi ancora in Champions e ancora in Liga. Aldilà dei valori dei giocatori e degli allenatori, è la mentalità che fa la differenza, rimanere sempre attaccati alla competizione che si gioca.
GESTIONE
E in più ha quella “dote”, soprattutto quando gli vengono chieste indicazioni di formazione, di parlare molto e dire poco: «Abbiamo delle situazioni da valutare. Ho in mente di sentire come stanno Pellegrini, Dybala e Spinazzola, di preservarli da qualche acciacco che in passato ci ha portato a farne a meno. Veniamo da due partite intense dal punto di vista fisico e mentale, onestamente qualcuno ha qualche problema del quale dovrò tenere conto. La differenza non la fa il giocatore singolo, ma l'atteggiamento di tutta la squadra». Ci ritorna per l’ennesima volta. Perché è consapevole dell’importanza della gara del pomeriggio. La Roma si gioca tanto, lui pure. Dovrà ricorrere al turnover ma alla fine potrebbe optare per delle staffette. Magari far partire il titolare e poi sostituirlo in corsa. Il riferimento è soprattutto a Dybala e Lukaku. Paulo viene da 161 minuti, Romelu da 180, dietro di loro c’è Abraham (e Baldanzi) che spinge: «Tammy sta sempre meglio e si allena con continuità». Tale da vederlo partire già dal via? Difficile. Anche perché a Udine (con il Bologna a +4) non sarà una passeggiata: «Conosciamo le caratteristiche, l'ambiente e l'importanza che danno alla partita, dato che sono in lotta per la salvezza. Sono una squadra forte, molto fisica e più forte della classifica che hanno, sarà dura». Tutto vero, ma ieri il Real Madrid, pur soffrendo, ha vinto 1-0 a Maiorca. Quella è la strada da intraprendere.
Ultimo aggiornamento: Domenica 14 Aprile 2024, 06:47
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