Giorgione: «Non faccio l'influencer, ho rifiutato uno spot da 70mila euro. Da me si mangia con 36 euro. Carne sintetica e insetti? Dico sì»

Lo chef protagonista del programma "Giorgione: Orto e Cucina" su Gambero Rosso ha conquistato il pubblico in tv e anche sui social

Giorgione: «Non faccio l'influencer, ho rifiutato uno spot da 70mila euro. Carne sintetica e insetti? Dico sì»

di Redazione web

Giorgio Barchiesi, cuoco romano di 67 anni da tutti conosciuto come "Giorgione" e uno dei volti di punta di Gambero Rosso sarà all'evento Macfrut di Rimini (vetrina internazionale del settore ortofrutticolo) che si terrà dall'8 al 10 maggio. Proprio per l'occasione, lo chef è stato intervistato dal Corriere della Sera al quale ha raccontato la sua carriera e la sua idea di cucina. «Essere famoso? È una responsabilità. A volte è anche inquietante. Il sovranismo alimentare? Una stupidaggine come tutti i sovranismi». Giorgione ha anche detto: «Gli italiani a tavola? Spesso si mangiano le stesse cose e lo fanno con tristezza». 

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L'intervista di Giorgione

Giorgione è molto amato sia in televisione che sui social, con la sua cucina riesce a coinvolgere persone di età diversissime, dai 90enni ai 16enni: «Sono consapevole del fatto che è una responsabilità grossa. Anzi a volte inquietante. Non ho mai studiato comunicazione e sedici anni fa non avrei scommesso un centesimo sulla vita che sto facendo adesso. E soprattutto non voglio fare l’influencer, non vendo niente se non me stesso. Una volta una marca di acque minerali mi offrì 70mila euro per inserire uno spottone alla fine di un video in cui dicevo che tale acqua faceva digerire. Ma ho declinato. Detto questo il successo è arrivato in maniera fortuita. Sedici anni fa aprii il ristorante per caso. Avevo fatto una festa a casa con amici e amici di amici comuni. Alcuni di loro avevano un ristorantino in un borghetto a Montefalco, in Umbria: mi si è accesa una lampadina, loro volevano lasciar perdere e allora l’ho rilevato.

E l’ho rilevato per pochi soldi. Non facevo il cuoco ma avevo sempre cucinato, il cibo era convivialità non solo il mangiare buon cibo». 

In questi tempi, poi, in cui i prezzi nei locali sono lievitati, Giorgione ha optato per una "strategia" diversa nel suo ristorante "Alla Via di Mezzo": «Trentasei euro bevande escluse, e c’è un motivo: da noi trovate trippa, lingua, nervetti, lampredotto. E poi formaggi e una quarantina di prodotti che puoi spizzicare. E poi due primi, due secondi, due contorni e un tris di dolci. Attenzione si mangia quello che diciamo noi: quello che arriva è insindacabile e non c’è alcuna trattativa. Non si può scegliere. Non facciamo porzioni ma portiamo vassoi e se non basta la quantità non è un problema, perché aumentiamo. Direi che i motivi per non alzare i prezzi alle stelle stanno tutti qui. Premessa: decidiamo tutto noi ma certamente per chi soffre di intolleranze alimentari, per tanti tipi di intolleranza, abbiamo linee apposite per accontentare tutti e non fare stare male nessuno». 

Le parole di Giorgione

Infine, Giorgione ha anche risposto alle domande in merito alla carne sintetica oppure al fatto di nutrirsi anche con gli insetti: «La gente muore di fame e quando la gente muore di fame bisogna che tiriamo fuori più cibo possibile. La carne sintetica? Non è sintetica. Quella della carne sintetica è una bufala. Nasce da una trasformazione in laboratorio, nasce comunque da cellule animali. Chi ci dice che questa carne non possa essere buona? Per di più sarebbe prodotta senza inquinare. E la stessa cosa vale per gli insetti. Perché dire «no» a priori? Ripeto, ricordiamoci che c’è gente che muore di fame, che il cibo è cosa seria, che in tempi di guerra ci si mangiava i ratti».


Ultimo aggiornamento: Martedì 7 Maggio 2024, 13:27
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