Appalti pilotati a L’Aquila: assolta la Aldo Tasca spa

Appalti pilotati a L’Aquila: assolta la Aldo Tasca spa

di Paolo Calia

TREVISOAssolto perchè il fatto non sussiste. Si conclude dopo anni di lotta nelle aule giudiziarie la vicenda di Gianni Tasca, imprenditore edile e titolare della Aldo Tasca spa di Ponzano, accusato di corruzione nell’ambito di un’inchiesta portata avanti dalla Guardia di Finanza de L’Aquila per quanto accaduto durante il periodo della ricostruzione post terremoto. L’imprenditore era accusato, in buona sostanza, di aver corrotto un dirigente comunale per ottenere appalti per circa 9 milioni di euro. Accusa crollata davanti alla ricostruzione e alle prove presentate in dibattimento dalla difesa condotta dall’avvocato trevigiano Fabio Crea: «Siamo estremamente soddisfatti di questa assoluzione perché il fatto non sussiste dopo la sentenza di primo grado di otto anni fa culminata in con una condanna a tre anni - spiega il legale - purtroppo resta il rammarico perché, come spesso accade, l'imprenditore accusato deve attendere troppi anni per vedere riconosciuta la propria innocenza, ma intanto subisce danni incalcolabili per la propria attività come accaduto a Tasca durante la ricostruzione per il terremoto a L’Aquila».


I FATTI
La vicenda parte nel 2011 quando l’imprenditore trevigiano viene accusato di aver ottenuto in maniera illecita appalti per 9 milioni di euro da un dirigente del comune de L’Aquila. L’accusa infatti riteneva che il dirigente avesse ricevuto dall’imprenditore circa 50mila euro sotto forma di “sconto” per la costruzione di 4 villette alle porte della città. Secondo l’accusa il dirigente avrebbe agevolato la Aldo Tasca spa nell’affidamento di lavori di ricostruzione post-sisma soprattutto di un condominio di cui era anche amministratore, quindi incaricato di un pubblico servizio. L’uomo avrebbe sottoscritto con l’impresa edile un accordo preliminare per l’affidamento dei lavori ma privo di data e mai fatto transitare per l’assemblea condominiale. Inoltre avrebbe spinto la Aldo Tasca spa aiutandola e favorendola fino all’aggiudicazione dei lavori. Insomma: per l’accusa c’erano tutti i presupposti per un appalto pilotato.


LE INDAGINI
La Procura affidò l’inchiesta alla Guardia di Finanza aquilana che sequestrò agli indagati 264mila euro, provvedimento però annullato dal Riesame che accolse la richiesta presentata dagli avvocati della difesa. Dissequestro poi confermato anche dalla Corte di Cassazione. In primo grado però il Tribunale non tenne conto del dissequestro arrivando invece a condannare due dei tre indagati: l’imprenditore trevigiano e il dirigente, assolvendo invece la figlia del funzionario in precedenza accusata per concorso in corruzione. I giudici, in quella sede, ritennero valide le conclusioni fatte dalle Fiamme gialle. I legali della difesa invece hanno sempre ritenuto insussistente la fattispecie della corruzione per come era stata ricostruita.

E dopo la sentenza di primo grado, una volta ricevute le motivazioni, è partita la corsa per ribaltare tutto in Appello. E così è stato: la sentenza di pochi giorni fa ha completamente assolto Gianni Tasca perché il fatto non sussiste.


Ultimo aggiornamento: Sabato 20 Aprile 2024, 04:30
© RIPRODUZIONE RISERVATA