25 aprile, Manfredi canta Bella Ciao: «La Liberazione ci unisca»

«La Repubblica si fonda sull’Antifascismo, lo dice anche Meloni»

Manfredi canta Bella Ciao: «La Liberazione ci unisca»

di Luigi Roano

Piove forte e fa freddo, ma davanti al monumento di Salvo D’Acquisto c’è comunque molta gente per celebrare con la giusta solennità il 25 aprile, la festa della Liberazione dal nazifascismo che nella città delle Quattro Giornate ha un sapore molto intenso.

Ci sono naturalmente i carabinieri, Salvo D’Acquisto era un carabiniere che si immolò per salvare altre vite e all’epoca aveva solo 23 anni, le autorità con il prefetto Michele Di Bari e appunto i napoletani. E c’è il sindaco Gaetano Manfredi pronto a deporre la corona di fiori sotto al monumento.

Ed è in quel momento - a cerimonia formale ormai chiusa - che scatta il grido «Viva l’Italia antifascista» e la canzone iconica della Liberazione: Bella ciao che ha accennato anche l’ex rettore. Causa la pioggia battente la cerimonia è stata rapida ma non per questo meno sentita e partecipata anzi. Napoli è unita in via Toledo e il collante è la Costituzione e tutte quelle medaglie ricevute per la Resistenza, prima città a ribellarsi ai nazifascisti a settembre del 1943 ormai 81 anni fa.

Gaetano Manfredi tiene lontano gli echi delle polemiche, così come condanna lo sfregio dei manifesti della premier Giorgia Meloni mantenendo sempre la bussola orienta verso la libertà. «Oggi - dice - è un momento importante, è la giornata che ricorda i valori fondanti della nostra democrazia e della nostra Costituzione: l’antifascismo, la difesa della libertà e del valore delle persone.

Napoli è città che ha fatto la Resistenza ed è Medaglia d’oro per le Quattro Giornate e dunque non può non ricordare ed essere fortemente presente nel ricordo e nella testimonianza dei valori fondanti della nostra democrazia». Manfredi sottolinea che «viviamo un momento difficile a livello mondiale con tante guerre, scontri e conflitti. Il principio della pace e della tolleranza fra i popoli è un altro principio costituzionale che noi dobbiamo difendere sempre rispettando il diritto all’autodeterminazione». 

 

A chi gli fa notare che in piazza non ci sono esponenti della parte politica della premier e nemmeno dell’esecutivo nazionale - che pure a Napoli ci vengono con molta frequenza mancava ad ogni modo anche il governatore Vincenzo De Luca così come Salerno - e a chi gli chiede se davvero l’Italia corra rischi di una deriva autoritaria, Manfredi risponde così: «Viviamo in uno Stato democratico e antifascista.

Quindi il governo deve essere, come è, democratico e antifascista. Ho letto le dichiarazioni della premier Meloni che afferma che la nostra Repubblica è partita dall’abbattimento del fascismo ed è quello in cui tutti crediamo e di cui tutti noi siamo convinti». E sulle assenze spiega: «Credo che il governo debba essere presente a tutte queste manifestazioni e non credo che l’assenza di un rappresentante oggi a Napoli abbia un valore politico».

Manfredi si mantiene alla larga dalle polemiche pur precisando che l’unica cosa che conta sono i comportamenti e la Carta Costituzionale, quella deve guidare tutti gli italiani e ancora di più di chi governa il Paese. 

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Clima quindi sereno - al netto del freddo e della pioggia - dove fa notizia gli insulti appiccicati sui manifesti elettorali della premier e del ministro degli Esteri Antonio Tajani. Manfredi non si sottrae: «Condanno tutte le forme di intolleranza e di violenza. L’unità delle Istituzioni è fondamentale soprattutto nei momenti di difficoltà». Non deroga dai suoi principi il sindaco di Napoli, quelli che applica tutti i giorni, vale a dire dialogo e ascolto poi ognuno può pensarla come la vuole ma l’esercizio dell’insulto non gli piace in assoluto.

«È chiaro - conclude Manfredi - che bisogna garantire il rispetto dei diritti e dei valori. Il nostro Paese ha attraversato momenti molto difficili, come quelli del terrorismo, e li ha affrontati sempre con l’unità. Auspico che intorno a questi valori ci sia un’unità della politica, pur nel conflitto della politica, ma nel rispetto delle Istituzioni».


Ultimo aggiornamento: Venerdì 26 Aprile 2024, 20:30
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