L'ex presidente dell'Ater Andrea Iannarilli si oppone al sequestro di mail e documenti, ma poi rinuncia al ricorso. Fa capolino al tribunale di Frosinone l'inchiesta della guardia di finanza sui rapporti tra l'azienda che gestisce l'edilizia pubblica e la Confservizi, l'associazione di enti locali (di fatto un soggetto privato), a cui l'Ater tra le altre cose aveva affidato, in base ad un accordo, gli incarichi di progettazione per la riqualificazione con i fondi del Pnrr di fabbricati situati a Ferentino, Pico e Villa Santa Lucia.
I rapporti tra Ater Frosinone e Confservizi hanno incuriosito più di qualcuno. Da Confservizi arrivava il nuovo direttore generale dell'Ater di Frosinone, Massimo Serafini, scelto dall'ex Cda presieduto da Andrea Iannarilli che nel frattempo, della Confservizi, è diventato presidente. Un intreccio di ruoli che si è sostanziato con una serie di incarichi affidati da Ater a Confeservizi. Quello per la progettazione dei lavori con i fondi Pnrr, ma non solo. Alla Confservizi era stata affidata anche la gestione della stazione unica appaltante (ora revocata), come pure alcuni procedimenti per la selezione del personale. Complessivamente incarichi per un ammontare di poco meno di 4 milioni di euro. Affidamenti che sono stati dichiarati illegittimi dall'Autorità per l'anticorruzione (Anac) e su cui, dopo un esposto, è stato aperto anche un fascicolo dalla Procura di Frosinone.
Il titolare dell'indagine è il sostituto Samuel Amari che ha delegato la guardia di finanza a svolgere gli accertamenti.
È il1° agosto quando l'allora direttore generale dell'Ater Massimo Serafini firma le determine per liquidare alla Confeservizi (di cui è direttore generale in aspettativa) il saldo per la progettazione dei lavori con i fondi Pnrr: 932.006 euro per Ferentino, 348.029 euro per Villa Santa Lucia e 309.103 euro Pico. Poco più di un milione e mezzo di euro. Il giorno dopo, il 2 agosto, l'Ater viene commissariata dalla Regione. Una bella coincidenza. Ma a parte questa, quale sarebbe il problema? Sembra che quei soldi non potevano essere liquidati in in un solo colpo, in un'unica soluzione, ma dovevano essere pagati in base allo stato di avanzamento dei lavori. Proprio per chiarire meglio questo aspetto la Finanza anche di recente è tornata negli uffici Ater. Le Fiamme Gialle vogliono capire perché c'era tutta quella fretta di liquidarsi quelle somme.
Ultimo aggiornamento: Lunedì 29 Aprile 2024, 14:27
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