Entra in chiesa con Toni, l'amico a 4 zampe, il prete lo caccia citando l'Apocalisse: «Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali»

Il sacerdote non ha rilasciato alcuna dichiarazione e non ha voluto spiegare la sua decisione al padrone di Toni

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di Redazione Web

Se San Francesco amava gli animali, di certo il sacerdote della chiesa di San Pietro Viminario non prova lo stesso sentimento. Il caso è avvenuto alle porte di Padova, dove un cittadino che voleva partecipare alla messa è stato cacciato dalla chiesa dal sacerdote, perché aveva portato con sé il suo cane. È accaduto mercoledì 24 aprile quando Mirco Zangirolami, un 48enne trasferitosi da poco nella zona, stava passeggiando con il suo amico a quattro zampe Toni, un incrocio tra uno spinone e un bracco tedesco, e ha deciso di prendere parte alla messa pomeridiana. Ma, non appena è entrato nel luogo di culto, è stato ostacolato dal sacerdote, che lo ha cacciato. 

Cosa è successo

«Non sono un assiduo praticante, ma mi era già capitato di andare in chiesa con il cane - ha dichiarato il padrone di Toni -, rimanendo giusto il tempo di dire una preghiera ai miei cari defunti. Sulla porta della chiesa non ci sono cartelli che vietano l'ingresso agli animali». Così, non vedendo nessun segnale, Mirco Zangirolami ha messo la museruola al suo cane ed è entrato, decidendo di mettersi nelle ultime file per non disturbare. «L'animale non poteva dare fastidio a nessuno, anche perché non c'era molta gente - ha continuato -. Ma non appena mi sono accomodato, il celebrante don Roberto Pressato mi ha intimato al microfono di andarmene, alzando un braccio e indicandomi l'uscita.

Mi ha gridato di uscire immediatamente e che non potevo rimanere».

Prima di andarsene, il cittadino ha voluto chiedere informazioni riguardo a quella decisione. Ma il sacerdone, invece di dargli una risposta, gli ha intimato di andarsene citando un passo dell'Apocalisse: «Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali».

Il 48enne, arrabbiato, è uscito dalla chiesa, ma ha aspettato la fine della messa per cercare di chiarire con il prete: «Quando don Roberto è uscito, ho cercato di avvicinarlo per chiarire, ma lui mi ha evitato. Ci tenevo a sottolineare che Toni non aveva disturbato e che San Francesco amava gli animali, di conseguenza non riuscivo a capire un comportamento simile. Ma lui ha soltanto ribadito la sua posizione, citando ancora una volta l'Apocalisse che, secondo me, era proprio fuori contesto».

La chiesa si difende

Ai giornali locali, Mirco si dichiara ancora molto colpito dall'accaduto, mentre il sacerdote della chiesa di San Pietro Viminario ha deciso di non rilasciare alcuna dichiarazione. Ma a parlare è stato il parroco della chiesa don Matteo Fornaserio, che ha spiegato: «In un luogo di culto non servono cartelli. È il buonsenso che dovrebbe guidare la persona a non far entrare gli animali in chiesa, perché ci sono stati casi in cui i cani hanno sporcato. Ciononostante c'è stato un eccesso di zelo da parte di don Roberto, che avrebbe potuto gestire la situazione in una maniera diversa. Spero che i due si chiariscano».


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Aprile 2024, 09:43
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